Consacrata nel 1425, fu voluta dal Cardinale Branda, in cima al colle, oltre l'antico castello. Improntata agli stilemi del gotico lombardo, presenta all'esterno una superficie in mattoni, profilata da una fascia ad archetti intrecciata e trilobata, con cornici di intonaco che contornano le strette monofore. Il portale del 1428, contiene un bassorilievo di un maestro lombardo-veneto,con Madonna col Bambino, santi e il cardinal Branda inginocchiato, forse su disegno di Masolino. Nello stesso anno infatti, abbiamo l'intervento decorativo del maestro di Panicale, all'interno della chiesa a sala, con le Storie della Vergine. Il Cardinale dotò la chiesa di ampie sostanze e tesori che oggi sono conservate al museo attiguo: calici, corali, paliotti, oggetti liturgici e altre opere decorative tra cui un'Annunciazione attribuita alla scuola del Beato Angelico.
Consacrata nel 1425, la chiesa collegiata dedicata ai SS. Stefano e Lorenzo è stata riferita di recente ai fratelli Solari, maggiori rappresentanti del conservatorismo gotico nell'architettura lombarda del Quattrocento. A pianta longitudinale, la chiesa è suddivisa in tre navate dai tradizionali piloni cilindrici, non presenta transetto né cappelle laterali ed è conclusa da un'abside semiottagonale poco sporgente dal perimetro murario. L'articolazione interna dello spazio si basa sull'adozione del sistema alternato: le tre campate della navata centrale mantengono cioè con quelle delle navatelle laterali il tradizionale, elementare rapporto di 1:2. Il sistema di copertura prevede l'uso di volte a crociera archiacute costolonate. L'altezza di chiave delle campatelle laterali corrisponde al punto d'attacco delle volte della nave principale, originando un impianto armonioso e unitario, che può essere ricondotto allo schema cosiddetto 'a sala' tipico dell'architettura monastica di età gotica. All'effetto di generale equilibrio contribuiscono il grande arco a pieno centro che inquadra la zona absidale e gli archi longitudinali delle navate, pure a tutto sesto. Dal fianco sinistro della chiesa si sviluppava il chiostro, cui si addossavano le abitazioni dei sacerdoti. Come l'impianto a sistema alternato, anche la fronte a capanna con stipiti cordonati richiama la tradizione del romanico lombardo, ma appare vivificata in senso naturalistico dalla presenza della lunetta scolpita sopra il portale. Datata 1428, essa raffigura la Vergine con il Bambino tra i santi Stefano, Lorenzo, Ambrogio, Clemente e il cardinale donatore. Nella lunetta le tenaci persistenze del linearismo cortese sembrano comporsi in un nuovo ideale di armoniosa pacatezza, al punto da incoraggiare la vecchia ipotesi di Adolfo Venturi e poi di Baroni secondo la quale Masolino stesso poté fornire un disegno o, per lo meno, un'idea per la composizione, che fu poi eseguita da un maestro di probabile origine lombarda se pure non esente da influssi culturali veneziani (a stare con Longhi) e fiorentini, nella direzione di Ghiberti (Bertelli, 1997). Nella colonia - che dovette essere assai folta - degli scultori operanti a Castiglione, che con le loro scelte orientate verso il Rinascimento 'umbratile' sembrano anticipare di qualche anno le tendenze della cultura pittorica, spiccano per rilevanza i fratelli Filippo e Andrea da Carona, di origine lariana ma di formazione fiorentina, ai quali furono commissionate le due pale in pietra scolpita e dipinta collocate sugli altari laterali della chiesa e la tomba del cardinale, posta sotto una bassa arcata a sinistra dell'altar maggiore. Nel 1843 i lavori diretti da Luigi Malvezzi liberarono dagli intonaci settecenteschi gli affreschi della volta della zona absidale, nei quali Masolino aveva narrato, in sei episodi, la vita di Maria, dall'Annunciazione all'Assunzione. Nelle ingrate partiture di parete degli stretti spicchi della volta a costoloni, il maestro era pervenuto a una elevatissima qualità compositiva, luminosa e cromatica. Se le vele laterali, più dilatate, narrano la Natività e l'Adorazione dei Magi entro ampi sfondi paesistici di sapore piuttosto tradizionale, nelle tre vele centrali le architetture - assai complesse e fantasiosamente gotiche - si rapportano alle azioni in modo del tutto nuovo creando un ritmo che percorre, unificandola, l'intera decorazione. È possibile che la progettazione degli elementi architettonici si debba a Lorenzo di Pietro detto 'il Vecchietta', presente anche nella decorazione delle pareti dell'abside della Collegiata, oltre che nei lavori del battistero e di palazzo Castiglioni. A dispetto della generale fragilità conservativa, gli affreschi furono restaurati negli anni Venti del Novecento sotto la direzione di Salmi, quindi strappati, trasportati su tela e ricollocati nel 1972
Consacrata nel 1425, fu voluta dal Cardinale Branda, in cima al colle, oltre l'antico castello.
RispondiEliminaImprontata agli stilemi del gotico lombardo, presenta all'esterno una superficie in mattoni, profilata da una fascia ad archetti intrecciata e trilobata, con cornici di intonaco che contornano le strette monofore.
Il portale del 1428, contiene un bassorilievo di un maestro lombardo-veneto,con Madonna col Bambino, santi e il cardinal Branda inginocchiato, forse su disegno di Masolino. Nello stesso anno infatti, abbiamo l'intervento decorativo del maestro di Panicale, all'interno della chiesa a sala, con le Storie della Vergine.
Il Cardinale dotò la chiesa di ampie sostanze e tesori che oggi sono conservate al museo attiguo: calici, corali, paliotti, oggetti liturgici e altre opere decorative tra cui un'Annunciazione attribuita alla scuola del Beato Angelico.
Consacrata nel 1425, la chiesa collegiata dedicata ai SS. Stefano e Lorenzo è stata riferita di recente ai fratelli Solari, maggiori rappresentanti del conservatorismo gotico nell'architettura lombarda del Quattrocento. A pianta longitudinale, la chiesa è suddivisa in tre navate dai tradizionali piloni cilindrici, non presenta transetto né cappelle laterali ed è conclusa da un'abside semiottagonale poco sporgente dal perimetro murario. L'articolazione interna dello spazio si basa sull'adozione del sistema alternato: le tre campate della navata centrale mantengono cioè con quelle delle navatelle laterali il tradizionale, elementare rapporto di 1:2. Il sistema di copertura prevede l'uso di volte a crociera archiacute costolonate. L'altezza di chiave delle campatelle laterali corrisponde al punto d'attacco delle volte della nave principale, originando un impianto armonioso e unitario, che può essere ricondotto allo schema cosiddetto 'a sala' tipico dell'architettura monastica di età gotica. All'effetto di generale equilibrio contribuiscono il grande arco a pieno centro che inquadra la zona absidale e gli archi longitudinali delle navate, pure a tutto sesto. Dal fianco sinistro della chiesa si sviluppava il chiostro, cui si addossavano le abitazioni dei sacerdoti. Come l'impianto a sistema alternato, anche la fronte a capanna con stipiti cordonati richiama la tradizione del romanico lombardo, ma appare vivificata in senso naturalistico dalla presenza della lunetta scolpita sopra il portale. Datata 1428, essa raffigura la Vergine con il Bambino tra i santi Stefano, Lorenzo, Ambrogio, Clemente e il cardinale donatore. Nella lunetta le tenaci persistenze del linearismo cortese sembrano comporsi in un nuovo ideale di armoniosa pacatezza, al punto da incoraggiare la vecchia ipotesi di Adolfo Venturi e poi di Baroni secondo la quale Masolino stesso poté fornire un disegno o, per lo meno, un'idea per la composizione, che fu poi eseguita da un maestro di probabile origine lombarda se pure non esente da influssi culturali veneziani (a stare con Longhi) e fiorentini, nella direzione di Ghiberti (Bertelli, 1997).
RispondiEliminaNella colonia - che dovette essere assai folta - degli scultori operanti a Castiglione, che con le loro scelte orientate verso il Rinascimento 'umbratile' sembrano anticipare di qualche anno le tendenze della cultura pittorica, spiccano per rilevanza i fratelli Filippo e Andrea da Carona, di origine lariana ma di formazione fiorentina, ai quali furono commissionate le due pale in pietra scolpita e dipinta collocate sugli altari laterali della chiesa e la tomba del cardinale, posta sotto una bassa arcata a sinistra dell'altar maggiore.
Nel 1843 i lavori diretti da Luigi Malvezzi liberarono dagli intonaci settecenteschi gli affreschi della volta della zona absidale, nei quali Masolino aveva narrato, in sei episodi, la vita di Maria, dall'Annunciazione all'Assunzione. Nelle ingrate partiture di parete degli stretti spicchi della volta a costoloni, il maestro era pervenuto a una elevatissima qualità compositiva, luminosa e cromatica. Se le vele laterali, più dilatate, narrano la Natività e l'Adorazione dei Magi entro ampi sfondi paesistici di sapore piuttosto tradizionale, nelle tre vele centrali le architetture - assai complesse e fantasiosamente gotiche - si rapportano alle azioni in modo del tutto nuovo creando un ritmo che percorre, unificandola, l'intera decorazione. È possibile che la progettazione degli elementi architettonici si debba a Lorenzo di Pietro detto 'il Vecchietta', presente anche nella decorazione delle pareti dell'abside della Collegiata, oltre che nei lavori del battistero e di palazzo Castiglioni. A dispetto della generale fragilità conservativa, gli affreschi furono restaurati negli anni Venti del Novecento sotto la direzione di Salmi, quindi strappati, trasportati su tela e ricollocati nel 1972