IL BATTISTERO DI CASTIGLIONE OLONA - AFFRESCHI DI MASOLINO DA PANICALE

2 commenti:

  1. Oltrepassando la Collegiata e poi la canonica, in cima al colle si giunge alla cappella ricavata in un'antica torre castellana e adibita a Battistero.
    L'interno è caratterizzato dal ciclo di affreschi dedicati da Masolino alla figura di Giovanni Battista. Si tratta del capolavoro della maturità del maestro di Panicale, la cui presenza è testimoniata qui nel 1435.
    Nel XV sec. venne qui portato il lavorato battesimale.

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  2. Prima di intraprendere i lavori della Collegiata, Masolino aveva condotto la decorazione interna del battistero, piccolo edificio il cui ingresso viene a trovarsi sull'asse dell'antico chiostro che conduce all'ingresso laterale della chiesa, in significativa corrispondenza con la zona in cui è posta la tomba del cardinal Branda. Ricavato al pianterreno della torre settentrionale dell'antica rocca, il battistero è formato da un vano principale quadrato voltato a crociera su cui si innesta un più piccolo ambiente, pure quadrato ma voltato a botte, con funzione di presbiterio. Nell'intradosso dell'arco che separa i due vani si legge la data 1435, anno di compimento dei lavori. La decorazione a fresco aveva originariamente inizio già sulla facciata dell'edificio, dove Masolino realizzò un delicata Annunciazione, oggi deperitissima, entro una snella architettura dipinta a finto porticato. È possibile che, per precisa volontà del cardinale, il ciclo delle Storie del Battista che riveste le pareti interne dell'edificio avesse come modello di riferimento la decorazione della navata di S. Giovanni in Laterano, realizzata da Gentile da Fabriano e completata dal Pisanello a celebrazione del ritorno del papa nella città eterna. La dedica dell'edificio al Battista sottolineerebbe il rapporto con la grande basilica romana, anche con l'intento di riaffermare, dopo le vicende dello scisma d'Occidente, il ruolo di Roma come guida spirituale del mondo cristiano. Battistero, monumento funebre del Castiglioni e decorazione dell'abside della Collegiata connoterebbero così un programma decorativo unitario, incentrato sulla figura del cardinale e insieme sull'affermazione delle idee per le quali egli si era lungamente prodigato; vale a dire, appunto, la ricomposizione dello scisma e il ritorno del pontefice a Roma (Bertelli, 1997). Gli affreschi, privi di riquadrature architettoniche, ampliano illusivamente le ridotte dimensioni dell'ambiente narrando le vicende del precursore di Cristo dall'Annuncio a Zaccaria fino alla Sepoltura del santo; particolare rilievo iconografico ha la scena del Battesimo di Cristo, al centro dell'abside e in asse con l'Eterno Padre fra angeli nella piccola volta. Nella crociera del vano maggiore campeggiano gli Evangelisti con i loro simboli; nell'intradosso del grande arco trovano posto i Dottori della Chiesa, una sibilla e un profeta. Al centro della controfacciata una vasta, straordinaria veduta di Roma, topograficamente riconoscibile in numerosi edifici tra cui il Pantheon e il Campidoglio, sottolinea e rafforza i legami ideologici cui si è fatto cenno. Se l'umidità e il salnitro hanno corroso gravemente il colore sulla parete nord e a sinistra della porta d'ingresso, rendendo illeggibili vaste zone di affresco, la parete sud è tra le zone meglio conservate, occupata dalla vasta scena del Banchetto di Erode, che insieme con il Battesimo costituisce uno degli apici dell'intera vicenda pittorica di Masolino.
    Riveste così le pareti del piccolo edificio con scene dense di figure coordinate talvolta in spazi assai ampi, resi limpidi da una luce tersa, mattutina, come di eterna primavera. La scala metrica delle figure svaria disinvoltamente da un episodio all'altro e la varietà delle soluzioni impaginative è tale - dai vasti scenari naturali alle minuscole scatole prospettiche memori ancora della pittura trecentesca - da consentire al medium pittorico di dilatare le dimensioni reali dell'ambiente. L'effetto attuale d'insieme è certo assai falsato anche dalla caduta quasi totale delle applicazioni preziose con cui Masolino aveva arricchito le superfici: uno sfarzo polimaterico e scintillante, fatto di lamine d'argento e stagno dorate, verniciate, quindi graffite od operate a rilievo, a fingere la diversa consistenza delle stoffe e il differente reagire alla luce del metallo delle armature.

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