Il nome Torre Velasca è legato al governatore spagnolo Juan Fernandez de Velasco, a cui fu dedicata la piazza nel Seicento. Progettata dal gruppo di architetti B.B.P.R. e costruita tra il 1956 e il 1958 con i finanziamenti della Società Generale Immobiliare, sorge in un'area un tempo residenziale, distrutta dai bombardamenti angloamericani nel 1943 e svetta nel panorama cittadino, del quale è divenuta uno dei simboli più noti. Nel mezzo di questa zona si trova la Torre, progetto che può collegarsi alla rivoluzione formale battezzata Neoliberty, ma con accenni di Brutalismo e comunque facente parte del variegato esprimersi del Razionalismo italiano, che si pone in stretto rapporto col contesto milanese in cui sorge, svettando assieme al Duomo, ai campanili della città ma soprattutto col Castello Sforzesco. I primi diciotto piani sono occupati da negozi e uffici, mentre i successivi piani fino al ventiseiesimo, occupati da appartamenti, sviluppati su un'area più larga rispetto ai precedenti, conferiscono la caratteristica e originale forma "a fungo" alla torre. Le travi oblique, per dar sostegno all'espansione esterna dei piani superiori, conferiscono un aspetto tipico al grattacielo, che ricevette dai milanesi il soprannome di "grattacielo delle giarrettiere". Il profilo della torre è la conseguenza di un lungo studio che trova le sue origini nella ricerca di risposte funzionali alla costrizione in cui si trova la base della Torre nella piccola piazza omonima, libera però di espandersi nei piani superiori. L'originario progetto prevedeva una struttura a telaio in acciaio (ispirata dalla cultura nordamericana del grattacielo), ma si preferì adottare una struttura più "tradizionale" in cemento armato, che meglio si coniugava al linguaggio neo-liberty dell'edificio. Nella fase preliminare venne interpellata una società newyorkese specializzata nella valutazione economica dei progetti d'architettura e stabilì che data la situazione tecnologica dell'industria siderurgica italiana, il progetto sarebbe stato irrealizzabile.
The Velasca Tower is part of the first generation of Italian modern architecture, while still being part of the Milanese context in which it was born, to which also belongs the Milan cathedral and the Sforzesco Castle. The tower, approximately 100 metres tall, has a peculiar and characteristic mushroom-like shape. It stands out in the city skyline, made of domes, buildings and other towers. Its structure reminds that of the Lombard tradition, made of medieval fortresses and towers, each having a massive profile. In such fortresses, the lower parts were always narrower, while the higher parts propped up by wooden boards or stone beams. As a consequence, the shape of this building is the result of a modern interpretation of the typical Italian medieval castle. At the same time, BBPR in this building satisfied the functional needs of space: narrower surfaces on the ground, wider and more spacious ones on the top floors. The town planning laws, then, imposed specific volumes (depending on the buildings' purpose); in this tower, the latter being the mixed functions of residential and commercial use.
Il nome Torre Velasca è legato al governatore spagnolo Juan Fernandez de Velasco, a cui fu dedicata la piazza nel Seicento.
RispondiEliminaProgettata dal gruppo di architetti B.B.P.R. e costruita tra il 1956 e il 1958 con i finanziamenti della Società Generale Immobiliare, sorge in un'area un tempo residenziale, distrutta dai bombardamenti angloamericani nel 1943 e svetta nel panorama cittadino, del quale è divenuta uno dei simboli più noti.
Nel mezzo di questa zona si trova la Torre, progetto che può collegarsi alla rivoluzione formale battezzata Neoliberty, ma con accenni di Brutalismo e comunque facente parte del variegato esprimersi del Razionalismo italiano, che si pone in stretto rapporto col contesto milanese in cui sorge, svettando assieme al Duomo, ai campanili della città ma soprattutto col Castello Sforzesco.
I primi diciotto piani sono occupati da negozi e uffici, mentre i successivi piani fino al ventiseiesimo, occupati da appartamenti, sviluppati su un'area più larga rispetto ai precedenti, conferiscono la caratteristica e originale forma "a fungo" alla torre. Le travi oblique, per dar sostegno all'espansione esterna dei piani superiori, conferiscono un aspetto tipico al grattacielo, che ricevette dai milanesi il soprannome di "grattacielo delle giarrettiere".
Il profilo della torre è la conseguenza di un lungo studio che trova le sue origini nella ricerca di risposte funzionali alla costrizione in cui si trova la base della Torre nella piccola piazza omonima, libera però di espandersi nei piani superiori.
L'originario progetto prevedeva una struttura a telaio in acciaio (ispirata dalla cultura nordamericana del grattacielo), ma si preferì adottare una struttura più "tradizionale" in cemento armato, che meglio si coniugava al linguaggio neo-liberty dell'edificio. Nella fase preliminare venne interpellata una società newyorkese specializzata nella valutazione economica dei progetti d'architettura e stabilì che data la situazione tecnologica dell'industria siderurgica italiana, il progetto sarebbe stato irrealizzabile.
The Velasca Tower is part of the first generation of Italian modern architecture, while still being part of the Milanese context in which it was born, to which also belongs the Milan cathedral and the Sforzesco Castle.
The tower, approximately 100 metres tall, has a peculiar and characteristic mushroom-like shape.
It stands out in the city skyline, made of domes, buildings and other towers. Its structure reminds that of the Lombard tradition, made of medieval fortresses and towers, each having a massive profile. In such fortresses, the lower parts were always narrower, while the higher parts propped up by wooden boards or stone beams.
As a consequence, the shape of this building is the result of a modern interpretation of the typical Italian medieval castle. At the same time, BBPR in this building satisfied the functional needs of space: narrower surfaces on the ground, wider and more spacious ones on the top floors.
The town planning laws, then, imposed specific volumes (depending on the buildings' purpose); in this tower, the latter being the mixed functions of residential and commercial use.