PARCO DEL MEDIO OLONA - DA FAGNANO A LONATE : BINARI, NATURA ED ARCHEOLOGIA INDUSTRIALE

1 commento:

  1. Il Parco medio Olona varesino tutela invece la valle nei territori di Fagnano Olona, Gorla Maggiore, Solbiate Olona, Gorla Minore, Olgiate Olona e Marnate; di sua competenza anche l'area solcata dal torrente Tenore a Fagnano ed alcuni boschi ad est di Gorla Maggiore, nei quali scorre il Fontanile di Tradate. Il Parco del Medio Olona, istituito nel 2006, ha sede a Fagnano Olona.

    Nella Valle Olona si sviluppò, a partire dalla prima metà dell'Ottocento, un consistente numero di industrie di vario genere, tra cui predominava il settore tessile (tintorie, candeggi, stamperie, cotonifici, garzifici, concerie ecc.) accanto a cartiere, industrie meccaniche, pettinifici e industrie chimiche.
    Al vastissimo campionario di industrie bisogna sommare una considerevole quantità di mulini (molti dei quali divenuti successivamente industrie o inglobati da queste).
    A partire dagli anni '60-'70 l'industria (specie il settore tessile) entrò in crisi, e da allora a oggi, progressivamente, la maggior parte delle fabbriche ha chiuso, lasciando in Valle Olona un imponente patrimonio di archeologia industriale. In valle si trovano dunque fabbriche dinumerose tipologie, da quella "verticale" (notevole esempio ne è il Cotonificio Cantoni di Castellanza) alla più diffusa fabbrica "orizzontale", affermatasi a partire dal 1880 e caratterizzata da un solo piano di lavoro con capannoni (shed, in inglese) affiancati (il Cotonificio Ponti di Solbiate od il Cotonificio Candiani di Fagnano, per citarne un paio).
    Buona parte di questi grandi complessi industriali giace in condizioni di abbandono e degrado e di difficile controllo (ad esempio, nella ex Cartiera Vita Mayer di Cairate si è svolto un rave party), mentre il recupero appare sempre più problematico. Non mancano gli esempi incoraggianti come il recupero del Cotonificio Cantoni di Castellanza, che nel 1991 è stato adibito a sede dell'università Carlo Cattaneo. In particolare si dovrebbero recuperare, prima che vadano del tutto perduti, i mulini in rovina che esistono in valle, spesso di origini settecentesche o addirittura precedenti, dunque meritevoli di grande attenzione. È spesso citato come reperto di archeologia industriale anche il ricordato tracciato della Ferrovia Valmorea.

    La ferrovia della Valmorea è stata una linea ferroviaria internazionale che alla sua massima estensione collegava Castellanza, in provincia di Varese, a Mendrisio, nel Canton Ticino.
    La concessione per la costruzione e l'esercizio della linea fu ottenuto dalla Società Anonima per la Ferrovia Novara-Seregno (FNS) che già aveva in concessione l'infrastruttura della linea omonima.
    Il primo tratto, da Castellanza a Cairate, fu aperto il 18 luglio 1904[1]. Il 31 dicembre 1916[1] fu aperto il traffico fino a Malnate, nei pressi del quale essa sottopassava la Saronno-Laveno. L'anno successivo, l'esercizio della linea fu ceduto dalla FNS alle Ferrovie Nord Milano.
    In seguito si decise di prolungare la linea fino a Valmorea e di attraversare il confine svizzero. Fu costituita una società ad hoc con il compito di costruire il tronco ferroviario sul territorio svizzero. La Malnate-Mendrisio fu aperta il 28 giugno 1926[1] divenendo un'importante via di comunicazione.
    Nel 1928, su ordine del governo fascista, la ferrovia fu fatta terminare a Valmorea, chiudendo la frontiera italo-svizzera di Santa Margherita di Stabio.
    Nel 1938, il capolinea passeggeri fu arretrato a Cairate, mentre quello merci fu posto a Malnate. L'anno successivo, il capolinea della ferrovia fu posto a Castiglione Olona e la ferrovia fu adibita solo a treni merci.
    Il servizio passeggeri fu chiuso definitivamente nel 1952. Il 16 luglio 1977 anche il traffico merci fu soppresso, a causa della chiusura della Cartiera Vita Mayer di Cairate e dello scarso interesse delle altre aziende della valle di mantenere il collegamento ferroviario.

    RispondiElimina