MILANO SAN TOMASO

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  1. Parrocchia della diocesi di Milano. Elencata alla metà del XV secolo tra le parrocchie di Porta Comasina nella città di Milano (Status ecclesiae mediolanensis) e ancora nel 1524 nella rubrica di tutte le parrocchie di Milano (Rubrica parrocchie città di Milano, 1524). San Tomaso in Terramara è attestata come rettoria nel 1564, nella città di Milano (Liber seminarii 1564). Tra XVI e XVIII secolo la parrocchia di San Tomaso in Terramara è costantemente ricordata negli atti delle visite pastorali compiute dagli arcivescovi di Milano e dai delegati arcivescovili tra le parrocchie di Porta Comasina.
    Nella “nota delle chiese, degli oratorj, e scuole” nel distretto delle parrocchie entro i confini censuari della Porta Comasina figuravano nel 1768 la chiesa parrocchiale di San Tomaso in Terramara; la compagnia del Santissimo nella parrocchiale; la cappella o oratorio nel Broletto dedicata a Santa Maria della Neve; la fabbrica nella collegiata di San Tomaso in Terramara (Elenco chiese città di Milano, 1768).
    Verso la fine del XVIII secolo, secondo la nota specifica delle esenzioni prediali a favore delle parrocchie dello stato di Milano, la chiesa prepositurale di San Tommaso In Terramara possedeva fondi per 279.11 pertiche; il numero delle anime, conteggiato tra la Pasqua del 1779 e quella del 1780, era di 1.544 (Nota parrocchie Stato di Milano, 1781); nella coeva tabella delle parrocchie della città e diocesi di Milano, la rendita netta della parrocchia collegiata di San Tomaso in Terramara assommava a lire 2.026.9.5 (la prepositurale e parrocchiale), 870.18.4 (il canonicato e parrocchiale), 582.13.9 (la coadiutoria), la nomina del titolare del beneficio spettava all’ordinario (Tabella parrocchie diocesi di Milano, 1781).
    Con il piano di riduzione delle parrocchie della città e dei Corpi Santi di Milano che ebbe pieno effetto dal 25 dicembre 1787 (avviso 16 novembre 1787), il distretto della chiesa parrocchiale di San Tomaso comprendeva la corsia di San Marcellino, il vicolo di San Marcellino, la contrada e il vicolo del Rovello, la contrada di San Tomaso, la contrada de’ Cavenaghi, le contrade di San Vincenzino, San Nazaro Pietra Santa, San Prospero, Bassano Porrone, de’ Clerici, de’ Bossi, del Lauro, parte della corsia del Broletto dalla contrada di San Prospero a San Tomaso, parte della strada del Castello.
    Nel 1805, con il piano napoleonico di concentrazione delle parrocchie nelle città principali del regno d’Italia, la parrocchia di San Tomaso in Terramara venne conservata nella sua integrità (decreto 22 giugno 1805).
    All’epoca della prima visita pastorale dell’arcivescovo Andrea Carlo Ferrari nella città di Milano, il reddito netto del beneficio parrocchiale assommava a lire 303; il clero era costituito dal preposto parroco e da cinque sacerdoti complessivamente. I parrocchiani erano 4685; nel territorio parrocchiale era sita la chiesa di San Nazaro in Pietrasanta, allora già demolita; nella chiesa parrocchiale era eretta la confraternita del Santissimo Sacramento, la confraternita del Santissimo Rosario, istituita dal cardinale Cesare Monti e riorganizzata nel 1814, la confraternita dell’Immacolata e di Sant’Antonio di Padova, la confraternita del Santissimo Crocifisso e dell’Addolorata, fondata nel 1792. Nella parrocchia era attiva anche l’associazione cattolica per il riposo festivo. La parrocchia era di nomina arcivescovile (Visita Ferrari, I, Milano).
    Con decreto 1 dicembre 1955 dell’arcivescovo Giovanni Battista Montini la parrocchia di San Tomaso fu soppressa e il territorio diviso tra le parrocchie di Santa Maria della Scala in San Fedele, San Carlo al Corso, Santa Tecla, Santo Stefano (decreto 1 dicembre 1955 a) (Fondo Avvocatura della Curia arcivescovile di Milano, Milano, San Tomaso in Terramara).

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