MILANO - ABBAZIA DI CHIARAVALLE

4 commenti:

  1. L'Abbazia di Chiaravalle (in latino, Sanctæ Mariæ Clarævallis Mediolanensis, conosciuta anche come Santa Maria di Roveniano) è un complesso monastico cistercense del XII secolo che oggi si trova nel comune di Milano nella zona agricola tra il quartiere Vigentino e il quartiere Rogoredo. Nei dintorni dell'Abbazia si è sviluppato un borgo, un tempo comune indipendente col nome di Chiaravalle Milanese, ma oggi annesso al comune di Milano e sede, tra l'altro, di uno dei suoi cimiteri.
    Venne fondata il 22 gennaio del 1135, filiazione dell'Abbazia di Cîteaux, e costituisce oggi uno dei primi esempi di gotico in Italia, sebbene contaminato da linee romaniche e tardo romaniche.

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  2. The Abbey of Santa Maria di Rovegnano, Chiaravalle Milanese (Latin: Sanctæ Mariæ Clarævallis Mediolanensis) is a Cistercian monastic complex in the comune of Milan, Lombardy, northern Italy. The borgo that has developed round the abbey was once an independent commune called Chiaravalle Milanese, now included in Milan and referred to as the Chiaravalle district.
    The abbey was founded on 22 January 1135 as a daughterhouse of Clairvaux;[1] it is one of the first examples of Gothic architecture in Italy, although maintaining some late Romanesque influences.

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  3. Il 10 ottobre del 1134 giunsero in Lombardia i primi monaci cistercensi provenienti dalla località di Moiremont, vicino a Digione (da cui prende il nome un'altra abbazia, quella di Morimondo), che si stabilirono a Coronate presso Pieve di Abbiategrasso.
    Un altro gruppo di cistercensi, provenienti invece da Cîteaux, giunse all'inizio del 1135 a Milano, ospiti dei benedettini di sant'Ambrogio, in sostegno di papa Innocenzo II contro l'antipapa Anacleto II.
    La disputa papale venne risolta a favore di Innocenzo II grazie all'intervento di Bernardo di Chiaravalle, che decise inoltre di bonificare la zona paludosa a sud della città (chiamata Roveniano o Rovegnano) e di fondarvi una nuova abbazia; lasciò quindi sul posto un gruppo di frati con lo scopo di raccogliere fondi utili alla costruzione della chiesa.
    Il 2 maggio 1221 il vescovo di Milano Enrico I da Settala consacrò la chiesa a santa Maria; nell'angolo nord-ovest del chiostro si può trovare, scritta in caratteri semigotici, la lapide posta in quella occasione che riporta:
    « Nell'anno di grazia 1135 addì 22.1, fu costruito questo monastero dal beato Bernardo abbate di Chiaravalle: nel 1221 fu consacrata questa Chiesa dal Signor Enrico Arcivescovo milanese, il 2 maggio, in onore di S. Maria di Chiaravalle. »
    Le prime costruzioni realizzate dai religiosi furono provvisorie, e solo verso tra il 1150 e il 1160 venne iniziata la costruzione della chiesa attuale, che poi si protrasse per circa 70 anni, fino al 1221; di quella originaria del 1135 non rimane oggi alcuna traccia. Durante il XIII secolo i lavori proseguirono nella realizzazione del primo Chiostro, situato a sud della chiesa. In seguito, nel XIV secolo, venne realizzato il tiburio e il refettorio. Nel 1412 venne costruita per volere dell'abate una piccola cappella, posizionata in corrispondenza del transetto meridionale, rimaneggiata nel XVII secolo e oggi utilizzata come sacrestia.
    Nel 1442 l'Abbazia venne mutata In commendam.
    In seguito, nel 1490, il Bramante e Giovanni Antonio Amadeo su commissione del cardinale Ascanio Maria Sforza Visconti, fratello di Ludovico il Moro, iniziarono a costruire il Chiostro Grande e il capitolo.
    Durante il periodo Rinascimentale molti pittori e artisti lavorarono all'Abbazia; a questo periodo risalgono ad esempio le opere di Bernardino Luini. In seguito, dal 1614 e il 1616, i Fiammenghini ebbero l'incarico di decorare le pareti interne della chiesa, che vennero letteralmente ricoperte di affreschi visibili anche oggi.

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  4. La storia dell'abbazia proseguì tranquilla nei secoli fino alla cacciata dei monaci da parte della Repubblica Cisalpina nell'anno 1798; è in quell'anno infatti che la chiesa diventò parrocchia del paese vicino e i beni dell'abbazia vennero venduti, dando così il via alla demolizione del monastero. Rimasero intatti soltanto la chiesa, una parte del chiostro piccolo, il refettorio e gli edifici dell'ingresso.
    Nel 1861, per far spazio alla linea ferroviaria Milano - Pavia - Genova, il Chiostro Grande del Bramante (ma più verosilmilmente dell'Amadeo)[senza fonte], pur costruito sul solo lato adiacente all'abbazia come visibile da stampe d'epoca, venne distrutto.
    È solo nel 1894 che l'Ufficio per la Conservazione dei Monumenti comprò l'abbazia dai privati che l'abitavano e iniziò il restauro del complesso, prima affidandolo a Luca Beltrami, poi nel 1905 a Gaetano Moretti, a cui si deve il restauro della torre nolare, nel 1926 con il ripristino della facciata originaria eliminando le superfetazioni barocche e nel 1945 (e seguenti, fino al 1954) con ulteriori restauri e la ricollocazione del Coro Ligneo nella navata centrale, che era stato spostato nella Certosa di Pavia per precauzione.
    Nel 1952 tornarono i cistercensi nell'abbazia, grazie all'intervento del cardinale Alfredo Ildefonso Schuster, riprendendo il possesso del monastero a patto di riuscire a terminare i restauri entro 9 anni e, in questo modo, ottenendo l'uso dell'abbazia e delle terre a essa adiacenti per i successivi 29 anni, rinnovabili.
    Tra il 1970 ed il 1972 si effettuarono i restauri degli affreschi del tiburio e, dal 2004, sono in corso i restauri degli affreschi della torre nolare e degli edifici dell'ingresso

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