MILANO- MIMMO ROTELLA L'ARTE STRAPPATA

2 commenti:

  1. L’allestimento della mostra, opera di Pier Paolo Venier, invita a un incontro con le figure di Alda Merini e Mimmo Rotella del tutto attuale. Il contesto è stimolante: schermi traslucidi di megamonitor installati alle pareti raccontano la vita della poetessa, diffusori stereo disperdono nell’aria i fonemi dell’artista noto per il décollage, tutto si muove e invita a percorrere due storie, diverse ma vicine, cresciute nel cuore di Milano. Lungo le sale del palazzo si snoda l’incontro tra due artisti che con la città hanno dialogato.
    Merini è l’interiorità svelata che trova spazio ‘fuori’, nella sua camera da letto e nella sua casa: fogli di ogni misura, scritte sui muri, pagine appese, fotografie incollate e poi strappate, appunti sparsi ovunque, sullo sfondo del Naviglio com’era e com’è oggi. Rotella che trova ‘fuori’ la realizzazione del proprio sentire; nei manifesti strappati dai muri e nelle lamiere profanate dalla città, frammenti di storia urbana che sono traccia espressiva e testimonianza di “urbana archeologia”. ‘Fuori’ è Milano, protagonista e sfondo della storia narrata per svelarne l’anima, nell’incontro di immagine e parola.
    Giochiamo con le immagini che riempiono le nostre strade: pubblicità, volantini e slogan alla ricerca di nuove e imprevedibili combinazioni di senso e non-senso. Usiamo carta stampata e manifesti da scombinare e ricomporre di nuovo per raccontare una storia in forma d’affiche, capace di contenere e rivelare un mondo di sogni, di affetti o di luoghi invece di un prodotto, per libera associazione o consequenzialità logica.

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  2. Mimmo Rotella

    “… Io strappo i manifesti prima dal muro, poi dalla base del quadro: quanto gusto,
    quanta fantasia, quanti interessi si accumulano, si urtano e si avvicendano dal primo
    all’ultimo strappo.”

    Domenico Rotella nasce a Catanzaro il 7 ottobre 1918. Dopo il diploma conseguito all’Accademia di Belle Arti di Napoli, si trasferisce a Roma nel 1945 dove conduce ricerche ed esperimenti in varie direzioni: fotografie, foto-montaggi, decollages, assemblages di oggetti eterogenei, poesia fonetica, musiche primitive.
    Nel 1949 scrive il Manifesto della poesia epistaltica: poemi epistaltici che si basano su un insieme di fonemi di sua invenzione e suoni onomatopeici evocativi.
    Grazie a una borsa di studio si reca all’università di Kansas City ed espone una serie di quadri alla Rockhill Nelson Gallery di Kansas City e realizza una performance alla Harvard University di Boston.
    Nel 1952 ritorna in Italia e si stabilisce a Roma in un atelier vicino a piazza del Popolo, dove comincia a comporre delle opere con le carte lacerate che strappa dalla strada.
    Nell’ottobre del 1960 Pierre Restany riunisce un certo numero di artisti per fondare il gruppo del Nouveau Réalisme a cui più tardi si unirà anche Rotella.
    Rotella elabora i blanks (coperture), manifesti pubblicitari strappati e ricoperti con strisce monocrome di carta, che espone nel 1981 alla Galerie Denise René di Parigi e allo Studio Marconi di Milano. Tre anni più tardi comincia a dipingere il secondo ciclo dedicato al cinema, Cinecittà 2.
    Rotella si è imposto per avere fatto dell’arte un comportamento: “Giocando con l’erotismo e la speculazione intellettuale Rotella è un agitato che passa attraverso vari stili con un distacco da dandy” scrisse Otto Hahn. E questa sua “vitale agitazione” lo porta nel 1990 ad una riappropriazione della pittura dipingendo su decollages i ritratti dei Maestri dell’arte del ’900.
    Dal al 1951 al 2005 Rotella ha esposto le sue opere nelle più importanti gallerie del mondo tra cui: lnstitute of Contemporary Art di Londra, a Zurigo alla Galerie Beno, a Milano alla Galleria del Naviglio, a Venezia alla Galleria del Cavallino, presso la Wittenborn One Wall Gallery e la Sidney Janis Gallery di New York, al MoMA e al Guggenheim di New York, alla Wassermann Gallery di Monaco e molte altre.

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