La Casa degli Omenoni è un palazzo di Milano costruito intorno al 1565, situato nella odierna Via degli Omenoni. Il nome deriva dagli otto grandi telamoni (omenoni, ovvero "grandi uomini") della facciata, scolpiti da Antonio Abondio. Il palazzo è stato l'abitazione dello scultore Leone Leoni,padre di Pompeo Leoni, al cui cognome allude il rilievo con la Calunnia sbranata dai leoni. Giorgio Vasari lo diceva "pieno in modo di capricciose invenzioni, che non n'è forse un altro simile in tutto Milano". Le immagini mostrano un notevole degrado delle opere scultoree dovuto all'incuria, l tempo e l'inquinamento.
Palazzo Belgioioso (o Belgiojoso), a Milano, è un'opera di Giuseppe Piermarini, iniziata nel 1772 e terminata nel 1787, per il principe Alberico XII di Belgioioso d'Este. Viene considerato come una delle migliori espressioni dell'architettura neoclassica a Milano, assieme al Teatro alla Scala. All'epoca il Piermarini era responsabile della riconversione urbanistica di Milano secondo lo stile neoclassico. Per Palazzo Belgioioso si ispirò al modello di Luigi Vanvitelli della Reggia di Caserta, rielaborandolo e semplificandolo attraverso l'utilizzo di lesene piatte nella fascia superiore dell'edificio, lasciando così lo stile barocco teresiano ed introducendo lo stile che dominerà la trasformazione urbanistica di Milano negli anni successivi. Le lesene scandiscono verticalmente l'andamento orizzontale del fronte del palazzo, sottolineato dal motivo della muratura a linee parallele. Il Piermarini, che era anche architetto di corte, si occupò della realizzazione del progetto partendo proprio dalle facciate, simmetriche e scandite ciasacuna dalla presenza di venticinque finestre e tre portoni d'ingresso. Il fabbricato si svolge attorno ad un cortile centrale e ad altri minori di servizio ai lati. Nel cortile maggiore corrono due ali di porticato ad archi su colonne doriche di granito; sopra le arcate si trovano finestre a cimasa piana riccamente decorata nel fregio con corone, acquile, palme e festoni. Dalla testata destra del portico si accede al grandioso scalone a due rampe, con parapetto e balaustre e grandi vasi decorativi avente le parenti scompartite da lesene ioniche. Al piano nobile, in parte adibito oggi ad uffici, si apre una serie di sale riccamente decorate dagli stucchi dorati di Giacomo Albertolli e dagli affreschi di Martin Knoller[1]. Nel fondo del cortile d'onore, sull'asse dell'androne, per un criptoportico in tre campi, si passa a un piccolo giardino. Nel portico verso l'omonima piazza, sulla testata a sinistra dell'ingresso si erge una scala secondaria continuata fino al secondo piano con un parapetto di ferro lavorato in stile di transizione fra il barocco fiorito e il neoclassico. L'architetto Simone Cantoni intervenne, realizzando la cappella del Palazzo nel 1787. Di particolare importanza vanno notati gli eleganti bassorilievi dei riquadri tra i due ordini di finestre nella zona superiore dell'edificio. La facciata è poi caratterizzata da un ordine inferiore a bugnato sul quale si impostano i due ordini superiori.
La Casa degli Omenoni è un palazzo di Milano costruito intorno al 1565, situato nella odierna Via degli Omenoni. Il nome deriva dagli otto grandi telamoni (omenoni, ovvero "grandi uomini") della facciata, scolpiti da Antonio Abondio.
RispondiEliminaIl palazzo è stato l'abitazione dello scultore Leone Leoni,padre di Pompeo Leoni, al cui cognome allude il rilievo con la Calunnia sbranata dai leoni.
Giorgio Vasari lo diceva "pieno in modo di capricciose invenzioni, che non n'è forse un altro simile in tutto Milano".
Le immagini mostrano un notevole degrado delle opere scultoree dovuto all'incuria, l tempo e l'inquinamento.
Palazzo Belgioioso (o Belgiojoso), a Milano, è un'opera di Giuseppe Piermarini, iniziata nel 1772 e terminata nel 1787, per il principe Alberico XII di Belgioioso d'Este. Viene considerato come una delle migliori espressioni dell'architettura neoclassica a Milano, assieme al Teatro alla Scala.
RispondiEliminaAll'epoca il Piermarini era responsabile della riconversione urbanistica di Milano secondo lo stile neoclassico. Per Palazzo Belgioioso si ispirò al modello di Luigi Vanvitelli della Reggia di Caserta, rielaborandolo e semplificandolo attraverso l'utilizzo di lesene piatte nella fascia superiore dell'edificio, lasciando così lo stile barocco teresiano ed introducendo lo stile che dominerà la trasformazione urbanistica di Milano negli anni successivi. Le lesene scandiscono verticalmente l'andamento orizzontale del fronte del palazzo, sottolineato dal motivo della muratura a linee parallele.
Il Piermarini, che era anche architetto di corte, si occupò della realizzazione del progetto partendo proprio dalle facciate, simmetriche e scandite ciasacuna dalla presenza di venticinque finestre e tre portoni d'ingresso. Il fabbricato si svolge attorno ad un cortile centrale e ad altri minori di servizio ai lati. Nel cortile maggiore corrono due ali di porticato ad archi su colonne doriche di granito; sopra le arcate si trovano finestre a cimasa piana riccamente decorata nel fregio con corone, acquile, palme e festoni. Dalla testata destra del portico si accede al grandioso scalone a due rampe, con parapetto e balaustre e grandi vasi decorativi avente le parenti scompartite da lesene ioniche.
Al piano nobile, in parte adibito oggi ad uffici, si apre una serie di sale riccamente decorate dagli stucchi dorati di Giacomo Albertolli e dagli affreschi di Martin Knoller[1]. Nel fondo del cortile d'onore, sull'asse dell'androne, per un criptoportico in tre campi, si passa a un piccolo giardino.
Nel portico verso l'omonima piazza, sulla testata a sinistra dell'ingresso si erge una scala secondaria continuata fino al secondo piano con un parapetto di ferro lavorato in stile di transizione fra il barocco fiorito e il neoclassico. L'architetto Simone Cantoni intervenne, realizzando la cappella del Palazzo nel 1787.
Di particolare importanza vanno notati gli eleganti bassorilievi dei riquadri tra i due ordini di finestre nella zona superiore dell'edificio. La facciata è poi caratterizzata da un ordine inferiore a bugnato sul quale si impostano i due ordini superiori.