Il palazzo ducale di Colorno, noto anche come reggia di Colorno fu costruito agli inizi del XVIII secolo dal duca Francesco Farnese sui resti della rocca di Colorno.
La rocca di Colorno fu costruita nel 1337 da Azzo da Correggio con lo scopo di difendere l'Oltrepò. Appartenne alle famiglie dei Correggio e dei Terzi e fra il XVI e il XVII secolo fu ristrutturata da Barbara Sanseverino che la trasformò in un palazzo e ne fece la sede di una raffinata corte e di una prestigiosa raccolta di dipinti di Tiziano, Correggio, Mantegna e Raffaello.
Dopo la confisca e la decapitazione della contessa Barbara Sanseverino ad opera del duca Ranuccio I il palazzo di Colorno passò nel 1612 ai Farnese. Ranuccio II su richiesta della moglie Margherita Violante di Savoia incominciò dei lavori di ristrutturazione ma l'attuale aspetto del palazzo è dovuto al figlio, Francesco Farnese e all'architetto Ferdinando Bibbiena.
Nel 1731, alla morte di Antonio Farnese, ultimo Duca di Parma, per discendenza materna il ducato passò a Carlo III di Borbone che trasferì a Napoli le collezioni e gli arredi del palazzo.
Nel 1749 il ducato passò a Filippo di Borbone, fratello di Carlo III e secondogenito di Elisabetta Farnese. Filippo affidò all'architetto Ennemond Alexandre Petitot il compito di ristrutturare il palazzo, vennero usate prevalentemente maestranze francesi per far sì che gli interni del palazzo somigliassero alla reggia di Versailles in onore della moglie di Filippo, Luisa Elisabetta, figlia prediletta di Luigi XV. L'aspetto esterno del palazzo non venne modificato se non per l'aggiunta dello scalone esterno. Probabilmente è in uno dei salotti ristrutturati da Petitot che nel 1757-58 il pittore Giuseppe Baldrighi ritrasse don Filippo con la moglie e i figli (Ritratto di don Filippo di Borbone e famiglia, Parma, Galleria Nazionale).
La reggia passò dunque a Ferdinando di Borbone, successore di Filippo, e a sua moglie Maria Amalia d'Asburgo, che però preferiva risiedere nel casino di caccia di Sala, lontana dal marito. Ferdinando, uomo molto religioso, fece ricostruire l'oratorio di corte di San Liborio, la cui facciata era inizialmente rivolta verso il palazzo. Egli fece inoltre costruire l'attiguo convento dei Domenicani direttamente collegato al suo appartamento privato da uno stretto corridoio. Nel suo appartamento privato venne inoltre realizzata una biblioteca con più di 6000 volumi, e un osservatorio astronomico.
Alla morte di Ferdinando il Ducato di Parma venne annesso da Napoleone alla Francia.
Il 28 novembre 1807 un decreto di Napoleone lo dichiarò "Palazzo Imperiale" e furono iniziati nuovi lavori di ristrutturazione. Dopo il Congresso di Vienna, il ducato fu assegnato alla moglie di Napoleone Maria Luigia d'Austria che ne fece una delle sue residenze preferite aggiungendo un ampio giardino all'inglese.
Dopo l'Unità d'Italia il palazzo venne ceduto dai Savoia al Demanio dello Stato italiano, e nel 1870 venne acquistato dalla provincia di Parma. Quasi tutto l'arredo mobile della reggia fu trasferito nei vari palazzi dei Savoia, tra cui il Quirinale a Roma, Palazzo Pitti a Firenze, il Palazzo reale di Torino e la Palazzina di caccia di Stupinigi. Sorte ancora peggiore hanno avuto il prezioso lampadario della Sala Grande e quello della sala della musica, che si trovano oggi all'estero presso la Wallace Collection di Londra. Dopo l'acquisto da parte della provincia il palazzo fu adibito a Ospedale Psichiatrico distruggendo il teatro di corte, per ricavarne dei locali.
Fortunatamente le sale artisticamente più importanti del palazzo poterono in gran parte salvarsi in quanto concesse in uso come abitazione per i dipendenti dell'ospedale. Dal 1915 fino alla seconda guerra mondiale in alcune stanze del piano nobile trovarono posto i primi pezzi raccolti da Glauco Lombardi e poi trasferiti a Parma nell'omonimo museo. Perfettamente integra è invece la chiesa di corte di San Liborio ed il suo organo Serassi che conta ben 2898 canne e viene utilizzato per concerti.
Il 23 dicembre 1999 con delibera, dalla Giunta Provinciale di Parma, il Palazzo Ducale viene rinominato in Reggia Ducale di Colorno.
The Ducal Palace, also known as Reggia di Colorno, is an edifice in the territory of Colorno (province of Parma), Emilia Romagna, Italy. It was built by Francesco Farnese, Duke of Parma in the early 18th century on the remains of a former castle. A Rocca (castle) was built on the site by Azzo da Correggio as a defence of the Po River. It belonged to the Correggio and Terzi families, and in the 16th-17th centuries it was restored by countess Barbara Sanseverino, who desired a true palace for her court, and to house her prestigious collection of works by painters such as Raphael, Titian, Mantegna and Correggio. After the beheading of Barbara Sanseverino by the Duke Ranuccio Farnese, the palace was acquired by the Farnese of Parma. Ranuccio II and his wife Margherita Violante began a complete reconstruction that was completed under their son Francesco, directed by architect Ferdinando Bibbiena. The palace was the home of the defunct Enrichetta d'Este, widow of Antonio Farnese, Duke of Parma. In the 18th century, Duke Philip commissioned its restoration by the French architect Ennemond Alexandre Petitot, and tried to emulate in the interior the decor of the Palace of Versailles. Philip was married to Princess Louise Élisabeth of France, who was the eldest daughter of Louis XV of France. On November 28, 1807, after the annexation of the Duchy of Parma to the French Empire, the palace was declared "imperial property" and new restoration works were started. After the Congress of Vienna, the duchy went to Marie Louise, Napoleon's wife, who made the Reggia her favourite residence and created a wide English-style garden. After the unification of Italy, it became a state possession, and in 1870 it was acquired by the province of Parma, and is now home to ALMA, a world renowned Italian culinary school.
Il palazzo ducale di Colorno, noto anche come reggia di Colorno fu costruito agli inizi del XVIII secolo dal duca Francesco Farnese sui resti della rocca di Colorno.
RispondiEliminaLa rocca di Colorno fu costruita nel 1337 da Azzo da Correggio con lo scopo di difendere l'Oltrepò. Appartenne alle famiglie dei Correggio e dei Terzi e fra il XVI e il XVII secolo fu ristrutturata da Barbara Sanseverino che la trasformò in un palazzo e ne fece la sede di una raffinata corte e di una prestigiosa raccolta di dipinti di Tiziano, Correggio, Mantegna e Raffaello.
Dopo la confisca e la decapitazione della contessa Barbara Sanseverino ad opera del duca Ranuccio I il palazzo di Colorno passò nel 1612 ai Farnese. Ranuccio II su richiesta della moglie Margherita Violante di Savoia incominciò dei lavori di ristrutturazione ma l'attuale aspetto del palazzo è dovuto al figlio, Francesco Farnese e all'architetto Ferdinando Bibbiena.
Nel 1731, alla morte di Antonio Farnese, ultimo Duca di Parma, per discendenza materna il ducato passò a Carlo III di Borbone che trasferì a Napoli le collezioni e gli arredi del palazzo.
Nel 1749 il ducato passò a Filippo di Borbone, fratello di Carlo III e secondogenito di Elisabetta Farnese. Filippo affidò all'architetto Ennemond Alexandre Petitot il compito di ristrutturare il palazzo, vennero usate prevalentemente maestranze francesi per far sì che gli interni del palazzo somigliassero alla reggia di Versailles in onore della moglie di Filippo, Luisa Elisabetta, figlia prediletta di Luigi XV. L'aspetto esterno del palazzo non venne modificato se non per l'aggiunta dello scalone esterno. Probabilmente è in uno dei salotti ristrutturati da Petitot che nel 1757-58 il pittore Giuseppe Baldrighi ritrasse don Filippo con la moglie e i figli (Ritratto di don Filippo di Borbone e famiglia, Parma, Galleria Nazionale).
RispondiEliminaLa reggia passò dunque a Ferdinando di Borbone, successore di Filippo, e a sua moglie Maria Amalia d'Asburgo, che però preferiva risiedere nel casino di caccia di Sala, lontana dal marito. Ferdinando, uomo molto religioso, fece ricostruire l'oratorio di corte di San Liborio, la cui facciata era inizialmente rivolta verso il palazzo. Egli fece inoltre costruire l'attiguo convento dei Domenicani direttamente collegato al suo appartamento privato da uno stretto corridoio. Nel suo appartamento privato venne inoltre realizzata una biblioteca con più di 6000 volumi, e un osservatorio astronomico.
Alla morte di Ferdinando il Ducato di Parma venne annesso da Napoleone alla Francia.
Il 28 novembre 1807 un decreto di Napoleone lo dichiarò "Palazzo Imperiale" e furono iniziati nuovi lavori di ristrutturazione. Dopo il Congresso di Vienna, il ducato fu assegnato alla moglie di Napoleone Maria Luigia d'Austria che ne fece una delle sue residenze preferite aggiungendo un ampio giardino all'inglese.
Dopo l'Unità d'Italia il palazzo venne ceduto dai Savoia al Demanio dello Stato italiano, e nel 1870 venne acquistato dalla provincia di Parma. Quasi tutto l'arredo mobile della reggia fu trasferito nei vari palazzi dei Savoia, tra cui il Quirinale a Roma, Palazzo Pitti a Firenze, il Palazzo reale di Torino e la Palazzina di caccia di Stupinigi. Sorte ancora peggiore hanno avuto il prezioso lampadario della Sala Grande e quello della sala della musica, che si trovano oggi all'estero presso la Wallace Collection di Londra. Dopo l'acquisto da parte della provincia il palazzo fu adibito a Ospedale Psichiatrico distruggendo il teatro di corte, per ricavarne dei locali.
Fortunatamente le sale artisticamente più importanti del palazzo poterono in gran parte salvarsi in quanto concesse in uso come abitazione per i dipendenti dell'ospedale. Dal 1915 fino alla seconda guerra mondiale in alcune stanze del piano nobile trovarono posto i primi pezzi raccolti da Glauco Lombardi e poi trasferiti a Parma nell'omonimo museo. Perfettamente integra è invece la chiesa di corte di San Liborio ed il suo organo Serassi che conta ben 2898 canne e viene utilizzato per concerti.
Il 23 dicembre 1999 con delibera, dalla Giunta Provinciale di Parma, il Palazzo Ducale viene rinominato in Reggia Ducale di Colorno.
The Ducal Palace, also known as Reggia di Colorno, is an edifice in the territory of Colorno (province of Parma), Emilia Romagna, Italy. It was built by Francesco Farnese, Duke of Parma in the early 18th century on the remains of a former castle.
RispondiEliminaA Rocca (castle) was built on the site by Azzo da Correggio as a defence of the Po River. It belonged to the Correggio and Terzi families, and in the 16th-17th centuries it was restored by countess Barbara Sanseverino, who desired a true palace for her court, and to house her prestigious collection of works by painters such as Raphael, Titian, Mantegna and Correggio.
After the beheading of Barbara Sanseverino by the Duke Ranuccio Farnese, the palace was acquired by the Farnese of Parma. Ranuccio II and his wife Margherita Violante began a complete reconstruction that was completed under their son Francesco, directed by architect Ferdinando Bibbiena.
The palace was the home of the defunct Enrichetta d'Este, widow of Antonio Farnese, Duke of Parma.
In the 18th century, Duke Philip commissioned its restoration by the French architect Ennemond Alexandre Petitot, and tried to emulate in the interior the decor of the Palace of Versailles. Philip was married to Princess Louise Élisabeth of France, who was the eldest daughter of Louis XV of France.
On November 28, 1807, after the annexation of the Duchy of Parma to the French Empire, the palace was declared "imperial property" and new restoration works were started. After the Congress of Vienna, the duchy went to Marie Louise, Napoleon's wife, who made the Reggia her favourite residence and created a wide English-style garden.
After the unification of Italy, it became a state possession, and in 1870 it was acquired by the province of Parma, and is now home to ALMA, a world renowned Italian culinary school.