San Maurizio al Monastero Maggiore è di fondazione antichissima (le prime attestazioni risalgono all'età longobarda, il monastero venne fondato utilizzando in parte alcuni edifici romani; ancora oggi fanno parte del complesso una torre poligonale, resto delle antiche mura di Massimiano, ed un'altra quadrata, che in origine faceva parte del perduto Ippodromo. I locali del monastero oggi sono occupati dal Museo archeologico di Milano. La costruzione ebbe inizio nel 1503 ed è opera dell'architetto e scultore Gian Giacomo Dolcebuono, coadiuvato dall'Amadeo con cui lavorò anche al Duomo di Milano, alla Certosa di Pavia e alla chiesa di Santa Maria presso San Celso. L'edificio fu completato quindici anni dopo ad opera di Cristoforo Solari e fu diviso in due parti, una pubblica dedicata ai fedeli ed una riservata esclusivamente alle monache del monastero. La facciata è rivestita in pietra grigia di Ornavasso e contrasta con le decorazioni dell'interno, ricche di ori e affreschi. All'interno, la navata unica è coperta da volta e bipartita in due spazi da un tramezzo che separa lo spazio delle monache, che assistevano alla messa da una grata, da quello dei fedeli. La navata è fiancheggiata da alcune piccole cappelle coperte da volta a botte, sormontate da una loggia a serliana. L'attrazione maggiore della chiesa è il bellissimo ciclo di affreschi del XVI secolo che tappezza tutte le pareti della chiesa: notevoli sono gli influssi, oltre che della scuola lombarda, di quella forlivese, in particolare del grande Melozzo da Forlì, ma anche di Marco Palmezzano. La parete divisoria [1] è decorata con affreschi di Bernardino Luini (tra cui, sulla parete dell'Aula dei Fedeli, le rappresentazioni di Sant'Orsola e San Maurizio) che affiancano una pala con l'Adorazione dei Magi di Antonio Campi. Sulla parete dalla parte dell'Aula delle Monache si trovano immagini di Santa Caterina, di Sant'Agata, delle Nozze di Cana, della Salita al Calvario, del Cristo in Croce e del Cristo morto (sempre di Bernardino Luini). Le pitture del tramezzo risalgono agli inizi del terzo decennio del XVI secolo. Nelle cappelle laterali dell'aula dei fedeli gli affreschi sono di Aurelio Luini, figlio di Bernardino, insieme ai meno famosi fratelli. La controfacciata è ornata da due affreschi di Simone Peterzano (1573). Nell'ala destra, le più importanti sono la Cappella Besozzi e la cappella dedicata a Santa Caterina d'Alessandria, con l'affresco dedicato alla decollazione della santa, lavoro tardo di Bernardino Luini (1530). Nell'ala sinistra si trovano invece la Cappella di San Giovanni Battista (decorata da Ottavio Semino) e la Cappella della Deposizione. Nell'Aula delle Monache si trova un organo del 1554 opera di Giovan Giacomo Antegnati e i bellissimi affreschi del presbiterio. Sulla volta un cielo stellato, con Dio, gli Evangelisti e gli angeli. Nella parte terminale è presente l'affresco Ecce Homo. Il loggiato superiore a serliane è decorato da tondi con immagini di Sante, opera di Giovanni Antonio Boltraffio oppure, più probabilmente, dall'anonimo pittore noto come Pseudo-Boltraffio con santi e martiri. La chiesa interna è anch'essa completamente affrescata da vari artisti, tra cui Bernardino Luini, il figlio Aurelio ed altri artisti anonimi.
San Maurizio al Monastero Maggiore è
RispondiEliminadi fondazione antichissima (le prime attestazioni risalgono all'età longobarda, il monastero venne fondato utilizzando in parte alcuni edifici romani; ancora oggi fanno parte del complesso una torre poligonale, resto delle antiche mura di Massimiano, ed un'altra quadrata, che in origine faceva parte del perduto Ippodromo. I locali del monastero oggi sono occupati dal Museo archeologico di Milano.
La costruzione ebbe inizio nel 1503 ed è opera dell'architetto e scultore Gian Giacomo Dolcebuono, coadiuvato dall'Amadeo con cui lavorò anche al Duomo di Milano, alla Certosa di Pavia e alla chiesa di Santa Maria presso San Celso. L'edificio fu completato quindici anni dopo ad opera di Cristoforo Solari e fu diviso in due parti, una pubblica dedicata ai fedeli ed una riservata esclusivamente alle monache del monastero.
La facciata è rivestita in pietra grigia di Ornavasso e contrasta con le decorazioni dell'interno, ricche di ori e affreschi.
All'interno, la navata unica è coperta da volta e bipartita in due spazi da un tramezzo che separa lo spazio delle monache, che assistevano alla messa da una grata, da quello dei fedeli. La navata è fiancheggiata da alcune piccole cappelle coperte da volta a botte, sormontate da una loggia a serliana.
L'attrazione maggiore della chiesa è il bellissimo ciclo di affreschi del XVI secolo che tappezza tutte le pareti della chiesa: notevoli sono gli influssi, oltre che della scuola lombarda, di quella forlivese, in particolare del grande Melozzo da Forlì, ma anche di Marco Palmezzano. La parete divisoria [1] è decorata con affreschi di Bernardino Luini (tra cui, sulla parete dell'Aula dei Fedeli, le rappresentazioni di Sant'Orsola e San Maurizio) che affiancano una pala con l'Adorazione dei Magi di Antonio Campi. Sulla parete dalla parte dell'Aula delle Monache si trovano immagini di Santa Caterina, di Sant'Agata, delle Nozze di Cana, della Salita al Calvario, del Cristo in Croce e del Cristo morto (sempre di Bernardino Luini). Le pitture del tramezzo risalgono agli inizi del terzo decennio del XVI secolo.
Nelle cappelle laterali dell'aula dei fedeli gli affreschi sono di Aurelio Luini, figlio di Bernardino, insieme ai meno famosi fratelli. La controfacciata è ornata da due affreschi di Simone Peterzano (1573). Nell'ala destra, le più importanti sono la Cappella Besozzi e la cappella dedicata a Santa Caterina d'Alessandria, con l'affresco dedicato alla decollazione della santa, lavoro tardo di Bernardino Luini (1530). Nell'ala sinistra si trovano invece la Cappella di San Giovanni Battista (decorata da Ottavio Semino) e la Cappella della Deposizione.
Nell'Aula delle Monache si trova un organo del 1554 opera di Giovan Giacomo Antegnati e i bellissimi affreschi del presbiterio. Sulla volta un cielo stellato, con Dio, gli Evangelisti e gli angeli. Nella parte terminale è presente l'affresco Ecce Homo.
Il loggiato superiore a serliane è decorato da tondi con immagini di Sante, opera di Giovanni Antonio Boltraffio oppure, più probabilmente, dall'anonimo pittore noto come Pseudo-Boltraffio con santi e martiri.
La chiesa interna è anch'essa completamente affrescata da vari artisti, tra cui Bernardino Luini, il figlio Aurelio ed altri artisti anonimi.