Fu fondata probabilmente nel IV secolo. La tradizione vuole che il carro che portava le sacre reliquie dei Re Magi si fermò inspiegabilmente: le ruote erano diventate pesanti come macigni, e buoi e cavalli non la vincevano. Così il vescovo dovette abbandonare l'idea di avere i tre santi corpi nella cattedrale e si dovette costruire la Basilica fuori dalle mura cittadine[1]. Col saccheggio di Federico Barbarossa le celebri e preziose reliquie furono trafugate per portarle a Colonia in Germania, dove ancora oggi si trovano. Il campanile, in luogo della croce sommitale, è sormontato dalla stella a otto punte in loro memoria. Dal XIII secolo la chiesa divenne la principale sede dell'Ordine domenicano a Milano. Nel 1219 Domenico di Guzman aveva inviato a Milano i primi due confratelli, e l'anno successivo i domenicani si erano trasferiti nell'ospedale dei Pellegrini di Sant'Eustorgio. La chiesa era loro definitivamente assegnata l'11 aprile del 1227 con la conferma del Pontefice. Fu priore a cavallo tra il XV e il XVI sec. Teodoro da Sovico, noto per il suo confessionario. La facciata è frutto di un rifacimento del XIX secolo. L'interno è costituito da tre navate coperte da volte a crociera. All'impianto romanico furono aggiunte, sul solo lato destro, numerose cappelle: la prima, la cappella Brivio, del XV secolo, contiene un sepolcro rinascimentale ed un trittico di Bergognone, mentre le ultime tre, trecentesche, sono ornate da affreschi di scuola giottesca e da tombe marmoree di esponenti di diversi rami della famiglia Visconti. L'altare maggiore, sopraelevato, è un imponente polittico marmoreo (inizio XV secolo). Da segnalare anche un bel Crocifisso su tavola, opera di un pittore veneto del XIII secolo. Un altro polittico marmoreo è collocato nel transetto destro, vicino al sarcofago paleocristiano dei Re Magi. Tra le opere più tarde si segnala una pala d'altare con Sant'Ambrogio a cavallo che sconfigge Ario di Ambrogio Figino (fine XVI secolo). Dietro all'abside è collocata la cappella Portinari (1462-1468), uno dei più celebri esempi del Rinascimento a Milano, ornata dal ciclo di affreschi di Vincenzo Foppa e (dal XVIII secolo) sede del sepolcro marmoreo di San Pietro Martire, opera trecentesca di Giovanni di Balduccio, allievo di Giovanni Pisano. Il campanile ospita un concerto di 6 campane. Sulla sua sommità non è posta una croce, ma una stella ad 8 punte: la stella dei Magi, per indicare la presenza delle loro reliquie custodite nella Basilica.
Fu fondata probabilmente nel IV secolo. La tradizione vuole che il carro che portava le sacre reliquie dei Re Magi si fermò inspiegabilmente: le ruote erano diventate pesanti come macigni, e buoi e cavalli non la vincevano. Così il vescovo dovette abbandonare l'idea di avere i tre santi corpi nella cattedrale e si dovette costruire la Basilica fuori dalle mura cittadine[1]. Col saccheggio di Federico Barbarossa le celebri e preziose reliquie furono trafugate per portarle a Colonia in Germania, dove ancora oggi si trovano. Il campanile, in luogo della croce sommitale, è sormontato dalla stella a otto punte in loro memoria.
RispondiEliminaDal XIII secolo la chiesa divenne la principale sede dell'Ordine domenicano a Milano. Nel 1219 Domenico di Guzman aveva inviato a Milano i primi due confratelli, e l'anno successivo i domenicani si erano trasferiti nell'ospedale dei Pellegrini di Sant'Eustorgio. La chiesa era loro definitivamente assegnata l'11 aprile del 1227 con la conferma del Pontefice.
Fu priore a cavallo tra il XV e il XVI sec. Teodoro da Sovico, noto per il suo confessionario. La facciata è frutto di un rifacimento del XIX secolo.
L'interno è costituito da tre navate coperte da volte a crociera. All'impianto romanico furono aggiunte, sul solo lato destro, numerose cappelle: la prima, la cappella Brivio, del XV secolo, contiene un sepolcro rinascimentale ed un trittico di Bergognone, mentre le ultime tre, trecentesche, sono ornate da affreschi di scuola giottesca e da tombe marmoree di esponenti di diversi rami della famiglia Visconti.
L'altare maggiore, sopraelevato, è un imponente polittico marmoreo (inizio XV secolo). Da segnalare anche un bel Crocifisso su tavola, opera di un pittore veneto del XIII secolo. Un altro polittico marmoreo è collocato nel transetto destro, vicino al sarcofago paleocristiano dei Re Magi. Tra le opere più tarde si segnala una pala d'altare con Sant'Ambrogio a cavallo che sconfigge Ario di Ambrogio Figino (fine XVI secolo).
Dietro all'abside è collocata la cappella Portinari (1462-1468), uno dei più celebri esempi del Rinascimento a Milano, ornata dal ciclo di affreschi di Vincenzo Foppa e (dal XVIII secolo) sede del sepolcro marmoreo di San Pietro Martire, opera trecentesca di Giovanni di Balduccio, allievo di Giovanni Pisano.
Il campanile ospita un concerto di 6 campane. Sulla sua sommità non è posta una croce, ma una stella ad 8 punte: la stella dei Magi, per indicare la presenza delle loro reliquie custodite nella Basilica.